Dal limbo all’inferno o in paradiso

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Cosa pensate che mi passi per la testa? Un improvviso depressivo sentimento pessimista o di più, un sussulto di irresponsabile ottimismo? Macché, tutto nella norma, ovvero continuo a pensarla e a fare, come sempre, tanto nella sostanza nulla cambia. Il vero problema è quello che il tempo trascorre si veloce, che non riusciamo nemmeno a raccogliere l’eco della nostra voce. Ieri ero un ragazzo alla scuola di Brodolini, Zamagni e Ghirelli… Oggi sono un veterano circondato da compagni del divenire, ancora tutti con la bussola in mano, nel tentativo di ritrovare la via smarrita nell’ultima frazione del secolo scorso, quando in quattro e quattr’otto finirono miserevolmente progetti e speranze, trasmutate dalle intuizioni dei padri. Ma cosa andiamo ruminando, cosa pensiamo di aver forse perduto nell’indistricabile matassa del tempo? Niente, che non sia importante e comunque più immateriale delle idee, che ci sembrano ancora sensate, E allora? Allora, ponetevi qualche domanda sull’immutabile stallo, sull’inutilità del pestare sempre la stessa acqua nel mortaio, di bando in bando, di gestione in gestione del vuoto a perdere, mentre l’umanità si disfa nel degrado.

E dunque? Tanto sarebbe facile e possibile fare, quanto non conveniente risolvere…

Ieri, ho incontrato Enzo D’Arcangelo coevo cultore d’ideali, nel ricordo di un altro iperboreo ed acuto accademico come Vanni Loriga. Enzo, veloce atleta della statistica e visionario dello sport, ha appena scritto “NUMERI E STORIE DELL’ATLETICA MONDIALE”, a grandi falcate tra gli eventi dal 1983 al 2022.

Oggi, al Foro Italico, va in onda la presentazione dell’opera a più voci “LA TERMINOLOGIA TECNICA DEL MOVIMENTO UMANO” .

Nonostante tutto, andiamo oltre la barriera dell’indifferenza, stagnando nel limbo, al bivio.