In cauda venenum

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Dopo l’ultimo episodio all’Aeroporto di Fort Lauderdale, posso confermare che ho forti dubbi sulla formula ricorrente per ogni attentato, ovvero che in primis lo si attribuisce ad un insano di mente e poi in conclusione ad un freddo e motivato professionista del terrore. Vi posso ancora dire, da “lombrosiano”, che le videocamere di sorveglianza ci mostrano quasi sempre soggetti compatibili con la missione, che si somigliano, al punto di pensare che in caso di latitanza siano gli stessi. Purtroppo, le telecamere di sorveglianza, convitate di pietra, non ci mostrano i mandanti e gli ispiratori, ma ce li possiamo immaginare con un minimo di logica e buon senso. Ieri, finalmente, i vertici dei “servizi” americani hanno relazionato formalmente il neo confermato dal Congresso ” eletto Presidente” Donald Trump, sul fatto che Putin avrebbe tentato di aiutarlo, ma non ha inciso sul risultato, mentre la moglie dell’uscente, Michelle Obama, ha tenuto un bel discorso d’addio, giusto tra le lacrime, per ricordare che loro hanno fatto del proprio meglio in soccorso dei deboli e diseredati. Io sottolineo però che forse andrebbero obiettivamente analizzati i risultati pratici ottenuti fin dai tempi di Ronald Reagan, quando lo stesso Bettino Craxi si giocò la testa per difendere la sovranità del nostro Paese. Ma tant’è, ormai della sovranità e dignità di popoli e nazioni se ne è fatto ampiamente strame, le identità storiche, culturali, etniche, i reperti archeologici estirpati vengono riciclati come i rifiuti con la formula della falsa integrazione e inclusione. L’accoglienza pelosa pianificata o improvvisata, devastante ma lucrosa, ha sostituito nel Mediterraneo le tonnare di buona memoria , ormai improduttive, che come qualcuno sa erano composte da cinque camere : Grande, Levante, Bastarda, Ponente e quella finale della mattanza, non a caso la “camera della morte”