Mors tua vita mea

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Giusto il tempo per una piccola pausa di poche ore e puntualmente i sicari dell’ISIS hanno colpito ancora. La cosa paradossale è che in Germania hanno mobilitato ventimila poliziotti antistupro per la notte di capodanno a Colonia ed altre città, mentre un attentatore solista si è recato nel luogo deputato alle feste “pagane” in una multietnica Istanbul, dove il Reina Nightclub rappresenta la trasgressione “crociata” tra le mura della vecchia Costantinopoli, islamizzata da Maometto II cinque secoli e mezzo fa. Bisogna capire che questa storia è cresciuta come un “fungo cinese” negli ultimi venti anni, per via della inclinazione occidentale a fare affari sporchi in casa degli altri, con la presunzione di non pagarne le conseguenze. Io penso che sia ora di finirla di coprire con luoghi comuni, minuetti diplomatici e finti apprezzamenti soggetti che, a capo dei rispettivi paesi e di coalizioni, hanno dato il peggio nel loro ruolo istituzionale, causando disastri di cui tutti siamo obbligati a pagare le conseguenze, nostro malgrado. In poche parole, chi ha pensato di sbarazzarsi della socialdemocrazia appena finita la Guerra Fredda, chi ha forzato la crescita di una Europa comunitaria senza capo né coda per realizzare di fatto una cinica speculazione monetaria, chi ha spacciato la destabilizzazione pelosa del Continente Africa come sostegno alla balla della “Primavera Araba”, chi ci ha regalato un mondo globalizzato dalla filosofia della morte a prescindere, quella basata su atti di terrorismo e sulla conseguente necessità di sicurezza con sofisticati e costosi sistemi , con formidabili limitazioni delle libertà personali e chi governa sostanzialmente a sostegno della logica perversa del profitto ad ogni costo, dovrebbero tutti pagare il prezzo di queste colpe capitali e non soltanto con un ipotetico castigo divino. Ma tant’è, perché qui nessuno viene messo alla sbarra, se non qualche malcapitato. E allora ? Allora, il “Mors tua vita mea” di altomedievale memoria sta finendo per emergere in termini comportamentali. Qualcuno ha pensato di rompere gli indugi, di provare a fermare questo perverso artificio, questa pandemia che fa il paio con quella ormai silenziosa ma pur sempre geometricamente dilagante dell’AIDS e di farlo anche a rischio di ritorsioni sintomatiche, cosa che sta puntualmente avvenendo. Io penso che chi ha deciso unilateralmente di annichilire il vecchio sistema naturale di guardia, che presidiava il Medioriente e l’area euro-africana, giocando a scacchi con gli orientamenti religiosi e poi ha ritenuto di ritirarsi dalla lotta, dal ruolo autoreferenziale di sceriffo del mondo, dovrebbe essere considerato artefice e responsabile assoluto di tutte le orribili conseguenze che stanno avvelenando quello che rimane del mondo, come lo avevamo conosciuto fino a venticinque anni fa. Adesso, purtroppo, rimane la legge del taglione, quella appunto della “Mors tua vita mea”.