Utopiche ipotesi

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L’idea che qualcuno possa dichiarare fallito un intero popolo, con tutto il suo retaggio storico culturale, quello greco che, con quello romano, ha generato le basi dell’intera civilta’ occidentale e buona parte di quella mondiale , disvela la vera cinica natura e la cattiva indole di cui sono permeati coloro che sanno ragionare solo con il danaro, da cui cercano di trarre il massimo profitto, calpestando qualsiasi altro principio. Purtroppo, lo stesso protocollo di Kyoto veniva considerato dagli stessi  un problema e al prossimo appuntamento di Parigi, gli irriducibili artefici del surriscaldamento avvelenato del nostro pianeta potranno ragionare solamente sulle rovine fumanti di una umanita’ ormai in pezzi, in fuga illusoria dal punto di non ritorno. La strategia del terrore a livello globale genera opportunita’ di profitto per gli armaioli e per l’industria dell’assistenza, quindi della ricostruzione. La desertificazione storico-culturale mediante distruzione delle etnie e delle antiche testimonianze sospinge interi popoli da un continente all’altro per liberare territori da sfruttare a man salva e far deflagrare catastrofi demografiche in paesi di sommaria accoglienza, incapaci di pianificare azioni virtuose e salvifiche di sostegno nelle regioni di origine. Ogni incertezza, ogni indugio, ogni pelosa compiacenza, ogni utopica ipotesi di non essere coinvolti nel generale default e’ pura irresponsabilita’, incompatibile con qualsiasi ipotesi di unione e di alleanza solidale tra paesi che un tempo avevano sognato l’Europa Comunitaria. Rimane soltanto una unica magra consolazione, quella che la nave e’ destinata ad affondare anche con i “cattivi”, nessuno, ma proprio nessuno escluso.